Scarlatto

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Lit
view post Posted on 3/8/2012, 20:19




Fece cadere la carcassa a terra, ricevendo così uno schizzo sulla nuca.
Poggiò l’indice sul proprio collo, esattamente dove il liquido l’aveva colpito.
Riuscì ad avvertire il battito del proprio cuore, pensare che ogni movimento di quell’organo spostava litri di sangue lo eccitava ogni volta. Assicuratosi che il dito fosse sufficientemente impregnato del fluido lo posò sul muro, facendolo scorrere elegantemente.

J.T.R.


La scritta, d’un rosso scarlatto, concludeva l’enigmatica frase. Un ghigno di compiacimento comparve sul volto dell’uomo, che, sbattendo gli stivali rossi sul cemento, se ne andò allegro dal vicolo.



.X. Interrogatorio



Hailsham Michael, un rispettabile impiegato di un’importante multinazionale, sollevò faticosamente il didietro dalla sedia adiacente alla sua squallida scrivania grigia.
Nel fare ciò afferrò il manico della propria valigetta e si diresse verso l’agognata uscita.
L’insipida settimana lavorativa giungeva a termine, aprendo le porte a un gioioso, quanto ozioso, fine settimana.
Uscito dall’edificio cercò la propria vettura, ricordandosi che quella mattina l’aveva sistemata più lontano del solito, guardingo dai poliziotti che ispezionavano l’area in cui solitamente sistemava l’automobile.
Il Giappone è senz’alcun dubbio uno dei paesi più sicuri del mondo, o almeno per quanto riguarda l’incolumità cittadina, pensò Michael, peccato, che, quando la Luna ritaglia un angolo d’oscurità per sé, permettendo così al Sole d’illuminare l’altra parte del globo, questa svanisca, sovrastata da decine di ubriaconi o peggio.
In un certo senso poteva definirsi un poeta moderno. Ogni tanto, nei momenti vuoti, prendeva blocco e penna e scribacchiava alcune frasi, senza alcun collegamento fra loro.
Nonostante la sua osservazione sulla pericolosità delle strade notturne, il giovane predilesse la fretta di accomodarsi sul suo largo e morbido divano, alla propria sicurezza, decidendo d’addentrarsi in una delle viottole che circondavano le strade principali della città. Qui la sporcizia e l’olezzo proveniente da numerosi rifiuti che ingombravano il passaggio non passavano indiscreti, penetrando nelle narici dei rari passanti, che, con smorfie di disgusto, affrettavano passo, sperando di emergere da quella stradina malsana.
Sfortunatamente si accorse troppo tardi che il vicolo terminava con un alto muro grigio, e quando giunse alla sua fine tirò un urlo spaventoso.


Accertatosi che nella stanza non vi fosse nessuno, Light Yagami si accosciò su una poltroncina verdastra, circondata da altri spogli mobili. Poggiò la mano destra sulla fronte, stremato dagli avvenimenti accaduti. Near, Mello e un lugubre omicidio, ecco cos’aveva guadagnato a rubare il posto a quello strambo investigatore. Fece scorrere le dita verso l’alto, scompigliando i bei capelli castani.
Matsuda era penetrato nella stanza, e osservava il superiore con aria incerta.
«Light… E’ venuto.» L’avvisò osservando la moquette grigia come se fosse un quadro di Picasso.
«Arrivo.» Yagami si alzò, sorpassò Matsuda che continuava a fissare il suolo, e girò il pomello dorato della porta meccanicamente, continuando a riflettere sui fatti avvenuti.

Light osservava la sala dedicata all’interrogatori dal vetro nascosto, tuttavia dall’esistenza perfettamente intuibile. Un uomo sulla trentina, dall’aspetto sciupato, si affrettava raccontare gli eventi da lui vissuti come meglio ricordava. Era scosso, molto scosso, da quello che, malauguratamente, aveva visto.
«Era, era lì… Distesa! Tutto rosso… Terribile.» Si affannava.
L’interlocutore cercava di calmarlo con formali parole di conforto, sconfortandosi lui stesso quando l’uomo insisteva nell’ignorarlo.
Gli occhiali rotondeggianti del ragazzo sobbalzavano ad ogni sua ansiosa parola. La visione del cadavere della donna doveva averlo proprio impressionato, o, era un ottimo attore.
«Fatemi entrare.» Impose improvvisamente Light ai colleghi che osservavano l’interrogazione insieme a lui.
«Devi proprio?» Mogi era, come al solito, impassibile nell’uniforme marrone.
«Sì.» Sillabò Light.
Entrò nella stanza bianca e salutò i presenti con un formale inchino.
«Ci penso io.» Riferì all’agente. Questo si alzò lasciandogli la sedia.
«Bene.» Esclamò il poliziotto congiungendo le dita sul tavolo.
«E’ stato divertente, signor Hailsham?» La domanda comportò un’espressione stupefatta sul volto dell’interpellato.
«P-per niente! E’ stato davvero terribile!» Si affrettò a rispondere Michael, preoccupato.
«Capisco…» Sussurrò Light, sarebbe stato un lungo interrogatorio.

Edited by Lit - 31/8/2012, 18:09
 
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Kingdommarco
view post Posted on 3/8/2012, 20:36




Uuuh, bellooo *^*
Scherzi a parte, bellissimo, mi ha incuriosito molto, voglio continuare a leggere.... *w*
 
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Lit
view post Posted on 3/8/2012, 20:38




Prossimo capitolo opinioni di Light!
Grazie ^^
 
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Lit
view post Posted on 31/8/2012, 14:09




Aggiornato
 
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3 replies since 3/8/2012, 20:19   58 views
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